Il trasloco: un’attività millenaria, nata quando l’uomo ha cominciato a organizzarsi in nuclei familiari. Una storia arcana, legata non tanto a tecniche e strumentazioni, quanto a credenze, usi popolari e costumi. E così, dal nord al sud del Belpaese, il trasloco ha assunto nomi e appartenenze singolari, per la stagione in cui si svolgeva, e per le attività che lo animavano. Scopriamo insieme quali sono, in questo excursus fatto di tradizioni e miti sul trasloco in Italia.

L’estate di San Martino

L’11 novembre, è il giorno dedicato a San Martino: “fare San Martino” è un detto molto in voga nel nord Italia, soprattutto in Lombardia, Emilia e Veneto, dalla campagna alla città. Da dove nasce questo particolare epiteto sul trasloco? Dalla fine dell’anno contadino, in cui si fa “di ogni mosto un vino”, ma che coincideva – per lo più –  con la fine del lavoro presso il fattore: i contadini, quindi, rischiavano di perdere non solo l’occupazione, ma anche la loro casa. Il trasloco, fatto con carri su cui trasportare legname, animali – polli e mucche – vino, materassi e, in cima al cumulo, gli anziani della famiglia, era spesso imminente in questo periodo alle porte dell’inverno.

A Napoli? Il trasloco si fa il 4 maggio

Nella città partenopea, il trasloco si fa, come da tradizione, il 4 maggio: una scena, questa, riprodotta anche nel tradizionale Presepe, con la tipica figura del popolano che trascina un carro pieno di mobili e oggetti.
All’origine di questa tradizione c’è il “pesone”, ovvero l’affitto da pagare, che veniva riscosso il 4 del mese di settembre, di gennaio e di maggio: chi non poteva pagare, era costretto ad andarsene, generalmente proprio con la bella stagione, alla ricerca di un affitto più equo, ma quando il caldo dell’estate napoletana non rendeva impossibile ogni spostamento. Non solo: il trasloco del 4 maggio divenne poi tradizione ufficiale a partire dal 1611. Infatti, il 4 agosto, i festeggiamenti per San Filippo e San Giacomo, ai quali i napoletani sono devoti, non si confacevano al viavai di carri dei traslochi.

Le dicerie storiche

Concluso ogni trasloco, una volta arrivati a casa nuova, non ci si dovrebbe dedicare alle pulizie – in particolare allo spazzare a terra – prima dell’alba e dopo il tramonto perché sembrerebbe portare cattiva sorte sul fronte delle spese.
Per scongiurare ogni sfortuna in una nuova casa, tradizionalmente si appende un ferro di cavallo alla porta, con i vertici rivolti verso l’alto. Ottimo segnale, invece, se vi cade un pettine nel vostro nuovo appartamento: qualcuno vi sta pensando, augurandovi ogni bene.

Folklore, miti, superstizioni, aneddoti divertenti: il mondo del trasloco è fatto anche di questo. Una storia antica che, anche nella contemporaneità, riporta vecchi modi di dire – e di fare – che rendono tutto più magico.